L'italiano in contatto con il dialetto e altre lingue. Nuovi mezzi di comunicazione e nuove diglossie

Bruno Moretti & Adrian Stähli (Bern)*


 

1 Premesse e presentazione del corpus

Per quanto riguarda la linguistica italiana, la ricerca sui comportamenti linguistici negli SMS si è concentrata da un lato sulle caratteristiche tipiche delle varietà utilizzate (per es. in Pistolesi 2004), e dall'altro sui fenomeni di mistilinguismo che appaiono in questo modo di comunicazione (cfr. Berruto 2005). Quest'ultimo aspetto è stato ovviamente studiato sia dal punto di vista del plurilinguismo in senso classico, che vede coinvolte quindi due lingue (v. per es. Scarano 2009 o per la situazione svizzera, che presenta sempre aspetti interessanti in questo senso, Stähli 2009), sia dal punto di vista, ancora molto importante in Italia, del contatto tra italiano e dialetto. Infatti, come vedremo in seguito, se uno degli elementi noti e emergenti della lingua degli SMS è quello di provocare fenomeni di mistilinguismo (prestiti, commutazioni di codici, ecc.), nel caso italiano ciò ha comportato una comparsa importante dei dialetti in una forma scritta che ha fatto a volte parlare di una 'rivitalizzazione' dei dialetti attraverso i nuovi media.

Nel corso di questo contributo ci soffermeremo anche noi dapprima su fenomeni interni all'italiano e passeremo in seguito a trattare fenomeni di contatto, per concludere con una discussione delle dinamiche generali che questi nuovi mezzi di comunicazione possono comportare per la situazione dei repertori linguistici. Una delle ragioni di questo ordine è motivata anche dal corpus finora raccolto in Svizzera all'interno di sms4science; in effetti, su un totale di 475 SMS:

– 446 sono monolingui in italiano
– 18 presentano sia italiano che dialetto
– 3 sono solo in dialetto
– 2 alternano italiano e svizzero tedesco
– 2 alternano italiano e tedesco + 1 italiano e pseudo-ted.1 (ciao fratellen)
– 2 italiano e francese e uno it.-pseudo-franc. (nu vulevon savuair …)


2 Caratteristiche linguistiche degli SMS italiani

Vorremmo dunque soffermarci in apertura di questo contributo su alcuni fenomeni linguistici che ci sembrano caratteristici e tipici dell'organizzazione comunicativa negli SMS italiani raccolti per il progetto sms4science. Come si è più volte detto2, l'avvento e il grande successo delle nuove tecnologie ha imposto la comunicazione digitale come nuova risorsa di scrittura (e diremmo che si tratta di una vera e propria risorsa, nel senso di una fonte di innovazione e, come vedremo, soprattutto di originalità linguistica non irrilevante), che ha contribuito a una rivalutazione almeno parziale di alcuni dei parametri costitutivi della comunicazione stessa che vanno ben oltre la mera 'noncuranza ortografica' o il divertimento iconico fatto a faccine (emoticons) e abbreviazioni.

È stato detto che l'esistenza dei mezzi elettronici "alters the very texture of our lives" (Giddens 1999). Crystal (2004) menziona questi mezzi come una delle innovazioni 'rivoluzionarie' degli ultimi decenni, che secondo Pistolesi (2004: 13) "ridefiniscono la posizione del singolo all'interno della rete di rapporti di cui è parte" e che, per Berruto (2005: 138), a livello linguistico aprono "tutto un terreno di nuovi usi e settori di impiego del linguaggio verbale". Se in apertura di questo nostro intervento si fa ricorso a osservazioni generali di questo tipo lo si fa per il fatto che i tratti linguistici rilevati tramite lo spoglio del corpus di SMS mettono luce su aspetti e problemi generali dell'organizzazione testuale e comunicativa nella comunicazione mediata dal computer (o computer mediated communication: CMC), di testi monolingui ma anche di enunciati plurilingui (o pluridialettali) di cui il presente corpus dispone di un discreto numero. Il focus delle nostre riflessioni sarà dunque incentrato non tanto sulle peculiarità degli SMS come possibile campo di sperimentazione di un gergo giovanile particolare (cf. tra i tanti Dürscheid/Spitzmüller 2006)3, quanto sulla predisposizione di questo mezzo "a trattare in modo diverso l'organizzazione testuale, dalla pianificazione stilistica a quella della concezione degli aspetti più intrinsecamente legati alla dimensione diamesica" (Scarano/Stähli 2011).

Senza cercare sistemazioni categoriche dei fenomeni linguistici e discorsivi che si incontrano nei testi del corpus specifico qui in discussione, le forme di comunicazione digitale, di cui fanno parte gli SMS, si distinguono prototipicamente per la loro tanto discussa tendenza alla maggiore vicinanza al registro parlato (Bertocchi 1999; Dürscheid 1999 e 2003; Bader 2002; Thaler 2003, per citarne alcuni). Tra i fenomeni che più spiccano va qui ricordata la dialogicità e la spontaneità discorsiva che si devono alla sincronicità o meglio quasi-sincronicità della comunicazione mediata dal computer. Per appoggiarci – come è ormai comune in lavori di questo tipo4 – sul modello di oralità (Mündlichkeit) vs. scritturalità (Schriftlichkeit) di Koch e Oesterreicher (1985) si direbbe che si tratta per la CMC di testi concezionalmente orali laddove la realizzazione mediale è necessariamente quella della scrittura, dando così luogo a forme di comunicazione che si muovono tipologicamente in uno spazio 'fluido' che non permette delle categorizzazioni a priori dei fenomeni discorsivi. Ciò che distingue le chat, le e-mail e altre forme della CMC dalle comunicazioni via SMS è la sinteticità di queste ultime, cioè il risparmio sul significante che si rivela uno dei fattori più 'produttivi' (anche se in parte fortemente convenzionalizzato) che spesso è lo stimolo di soluzioni grafico-stilistiche volutamente o no piuttosto originali. Sulla stesura degli SMS incidono dunque le caratteristiche tecniche, il contesto di produzione nonché i tempi dello scambio – aspetti che hanno degli effetti sulla pianificazione del testo e sulle scelte grafiche (cf. Pistolesi 2004: 195).

Le caratteristiche tecniche meritano un breve accenno, perché è da esse che prendono origine alcuni dei tratti distintivi della comunicazione via telefono cellulare. Ancora nel 2002 Androutsopoulos e Schmidt parlavano di notevoli limiti nella produzione dei messaggi SMS spiegando che "'Markenzeichen' von SMS sind Einschränkungen im Hinblick auf die Textlänge und -eingabe" (Androutsopoulos/Schmidt 2002: 52). Al giorno d'oggi (a solo otto anni di distanza) questi problemi sono piuttosto trascurabili, la quantità di testo degli SMS ha da tempo superato il limite di 160 caratteri a messaggio e l'esigenza di comprimere il testo non è più vitale nelle comunicazioni telematiche (inoltre i dizionari integrati, come T9, hanno permesso per molte lingue di aumentare la velocità). La sinteticità che si è menzionata prima non è dunque più un requisito tecnologico necessario ma ha dato l'incentivo alla creazione di uno stile di scrittura distintivo che risponde all'esigenza di creatività e di originalità che i giovani utenti mettono in parola. Anche se per la maggioranza dei nostri scriventi la motivazione non sarà (più) quella data da Braun (2006: 101), vale a dire la presa di distanza dal mondo degli adulti, condividiamo il parere dell'autrice che vede la scrittura degli SMS come "integrale[r] Bestandteil eines Lebensstils". Gli enunciati citati qui di seguito possono in questo senso dirsi esemplari di uno stile che in fin dei conti ha anche un forte valore identitario perché contribuisce alla consolidazione di una intesa collettiva che permette all'individuo di contare sulla comprensione da parte dei suoi interlocutori del sistema di segni che impiega. Le abbreviazioni e tachigrafie vengono impiegate non solo (o forse non del tutto) per motivi di maggiore economicità, ma "sie dienen auch der Herstellung eines Gefühls von Gruppenzugehörigkeit (kollektiver Identität), denn um sie verstehen und verwenden zu können, bedarf es eines speziellen, sozial geteilten (Insider-)Wissens. Wer sie beherrscht und angemessen verwendet, zeigt, dass er mit dem 'Identitätsmarker' SMS umgehen kann" (Braun 2006: 106). L'idea di una funzione inclusiva-esclusiva dello stile degli SMS a cui fa riferimento Braun, nei termini di un posizionamento dello scrivente fra identità (nei confronti degli insiders) e alterità (nei confronti degli outsiders), pare al giorno d'oggi forse un po' troppo accentuata – troppo, diremmo, per il fatto che i meccanismi di scrittura propri a questa forma di comunicazione, sono ormai altamente convenzionalizzati e accettati (e compresi, almeno in parte) anche al di fuori del gruppo degli habitué.

Fatte queste premesse, vorremmo ora prendere in analisi alcuni esempi del corpus sms4science, che presentiamo qui di seguito in un ordine non sistematico. Ci limitiamo in questa sede a una breve rassegna di alcune tecniche soprattutto grafico-fonetiche e rimandiamo per gli altri livelli di analisi linguistica agli studi citati in bibliografia5:

(1) Noi tutto bene stai tranquillo a dopo tvtttb
(2) Ottim Ramona grazie mille! Tvb anca mi!6 Allora a stas!
(3) Cazz mi ero addormentata!sono finita nel vagone del silenzio,ti chiamo quando cambio treno,verso le17h15,ok?bacio
(4) tv bene e spero ke ci sentirem presto!Nuit bacio
(5) thx ancora x l'invito
(6) Ciao heiru cm va? Buon compleanno cmq :-) ci sentiamo qnd torno
(7) La festa era mitica=)sì sn da cat,no nn so ancora cs farò l'1agosto(cs sn gli highland games?)e homo faber è1libro d max frisch,se t piace lo ascolti.bs!
(8) Ke noiosa sta signra=)ankio ho dle cs da racontart,e1a prprio nn riesc a tenerla x me:sn single da4setti=)x entramb al momnt è meglio così,e c stiam bn.1bacio!
(9) Dove 6? In Italia? Tutto bene? Ciao Cara, Ti ho pensato tanto. Oggi pomeriggio 6 in città?
(10) Welaa io bn grazie!hehe x finire arrivano anke i miei!cmq dom pom nn ci sn xké vado al lido cn la mia classe...6in giro sab pom?Sarebbe xfetto!mi sa ke fino alle3dv fare lezione ad una ragazza delle medie x mate,ma poi sn libera fino a cena!fammi sap ciao
(11) Ciao mauro!mi sn ricordata ke anke gio prox nn ci saro, xké vado a como x 1spettacolo....dato ke anke martedi forse nn c'è allenamento xké è festa, riskio di stare tt la sett senza allenarmi e dp nn me la sento di giocare...fammi sap se devo venire cmq
(12) Buon pome, con amore ti bacio, tua Pulce
(13) ti chiamo prima di cena quando prendo il treno per tornare a Neuch7
(14) Ciao Ali! Come stai?all'Ewa ho detto ke abbiamo provato mercole,ed era andata bn..

Tratti simili sono conosciuti, ovviamente, anche nelle altre lingue (svizzere o no) che sono presenti nel corpus di sms4science. Cercando di sistematizzare un po' le diverse tecniche esemplificate nell'elenco, segnaliamo una frequenza altissima di acronimi come quelli per ti voglio bene (tvb), ti voglio tanto bene (tvtb), ti voglio tanto tanto tanto bene (tvtttb) e via dicendo; mentre in altri casi, per es. come (cm), comunque (cmq),  sono (sn), cosa/cose (cs), dopo (dp), tutta/tutte (tt), bene (bn), quando (qnd), non (nn) ecc. si riduce il materiale vocalico, dando forma a una specie di grafia consonantica (Berruto 2005).

Similmente si risparmia – ma il risparmio è, come si era detto, un mezzo di stile – nelle parole monosillabiche dove nei casi di ti (t) e ci (c) si tratta di una grafia propriamente consonantica che rimanda ovviamente al nome della lettera nella compitazione alfabetica italiana (ti, ci, di, ecc.). Interessanti sono anche le grafie particolari di larghissima diffusione (come una sorta di stenografia moderna adoperata ormai anche al di fuori degli SMS, in altri tipi di scrittura giovanile), che troviamo nei casi di thanks (thx), per e perché (x/xké), similmente in perfetto (xfetto), prossimo/a (prox), con un uso del grafema (x) polivalente, e che potremmo definire, sulla scorta di Berruto, come delle "modalità di scrittura tachigrafica che hanno evidentemente la loro fonte nella scrittura di appunti veloci e con forte convenzionalizzazione" (2005: 145). Discorso simile vale per l'uso per assonanza della cifra 6 con la forma del verbo "essere" (in dove 6; 6 in giro; 6 in città, ecc.) che dà luogo a una grafia simbolica che, compensa da un lato i problemi di spazio della scrittura col telefono cellulare ma dall'altro può essere interpretato come motivato stilisticamente per il suo forte valore grafico-espressivo.

Diamo un breve accenno anche alla resa grafica dell'occlusiva velare sorda (soprattutto nel caso del nesso ch8), che potremmo chiamare con Dürscheid (2002: 13) un "inszenierter Schreibfehler", fortemente convenzionalizzato in questo caso, tanto da diventare la forma di impiego usuale tra i giovani scriventi abituati, che non manca sicuramente di certe motivazioni ideologiche – motivazioni anche contrastate da chi teme per la 'salute' dell'italiano e profetizza, come succede spesso in momenti di evoluzioni linguistiche in corso, un impoverimento della lingua.9 Come si legge sul sito dell'Accademia della Crusca, custode da sempre attento alla norma della lingua italiana, quale risposta a paure di questo tipo, "di per sé, questi usi non hanno niente di sbagliato e, se usati correttamente, non impoveriscono la lingua (è chiaro che il loro abuso, come per ogni cosa, va evitato)"10.

Discorso diverso, ugualmente interessante, invece per le forme apocopate, in parte presenti anche nel linguaggio giovanile orale colloquiale (e quindi non limitate all'uso negli SMS o nella CMC in generale, ma facenti parte di tendenze generali osservabili all'interno delle varietà informali del repertorio); tanto è vero che mate, pome, mercole, stas (per matematica, pomeriggio, mercoledì, stasera) rispondono, sì, all'esigenza stilisticamente sentita di sinteticità e velocità degli SMS, ma si trovano anche al di fuori di questi ultimi, cioè in modo indipendente dal mezzo.11 In questo caso, c'è una specie di incontro ottimale, per così dire, tra il linguaggio giovanile, con il suo frequente ricorso alle abbreviazioni, e la lingua degli SMS.

Come vediamo negli esempi successivi (15-18) questi fenomeni possono anche spingere in direzione dei dialetti, sentiti come varianti dell'italiano che riducono il corpo fonico delle parole rispondendo quindi alla necessità di sinteticità e allo stesso modo arricchendo il messaggio linguistico di una componente e di un valore aggiuntivi, nel senso appunto di una 'nuova dialettalità' di cui si parlerà nei paragrafi successivi di questo contributo.12

(15) Ueila Nadia, l'è naia ben a lezion?13
(16) Mi dirann che non ho un bel nient
(17) Ciao,io cena,ti chiamo quando Rivo a casa?bacio tv14
(18) Ciao Ferre auguroni per al to comple!! A prestissim (te se a Losanna o in Tisin?)15

C'è da dire che si tratta spesso di una forma di 'pseudo-dialetto'16, impiegato più che per le sue funzioni comunicative per scopi espressivi e ludici, a volte aiutando anche a strutturare un enunciato, come nell'esempio (19) dove l'oralità17 dell'incipit in dialetto ticinese ricostruisce una sorta di dialogicità che non va comunque data come sottintesa negli scambi via SMS (in cui la sincronicità degli enunciati non può mai essere completa).

(19) Ueila Nadia, l'è naia ben a lezion? Se per te va bene noi arriviamo alla stazione di Wallisellen alle 19:32 e poi ci incamminiamo verso la Migros: una volta lì ti facciamo 1 squillo:) thx ancora x l'invito!! B serata

Finora abbiamo parlato di stilizzazione degli SMS alla ricerca di sinteticità e velocità, della tendenza all'economicità e in fin dei conti alla semplificazione come mezzo creativo della scrittura telematica. Va sottolineato però che si trovano anche degli esempi (forse volutamente) ricercati che non rispondono al presupposto di semplicità e economicità delle forme linguistiche impiegate.

(20) Ti saluto la tua valle allora oggi! Sono già sulla minuscola posta che mi porta a Indemini, in un'atmosfera nebbiosa surreale, io sola col mio autista Fausto

Se l'esempio (20) spicca per il suo stile piuttosto elaborato, quasi poetico e cioè piuttosto dissimile dagli esempi che abbiamo fin qui analizzati, ciò non parla per forza a sfavore della tendenza all'innovazione e alla creatività che abbiamo definito come uno dei tratti stilisticamente distintivi della lingua degli SMS. Anzi, ci piace vedere la CMC come un 'terreno' linguistico oltremodo 'fertile' che permette alla scrittura di realizzarsi in una larga gamma di soluzioni di registro possibili. Tanto per fare un piccolo confronto, che secondo noi sostiene questa ipotesi, citiamo anche un esempio bilingue da un corpus raccolto da Adrian Stähli di dati di CMC di italiani di seconda generazione nella Svizzera tedesca; si tratta di un estratto di e-mail, in cui vediamo un tipo di commento metalinguistico che mostra la capacità da parte del parlante/scrivente di adoperare delle scelte di registro in modo consapevole e creativo:

(21) [e-mail, corpus Stähli] p.s. non mi ricordo più quando è la settimana delle porte aperte alla scuola di danza... devo cercare il flyer che mandasti...... p.p.s... mandasti tönt no cool, vero??!!18

Quest'ultimo aspetto ci porta a qualche considerazione di carattere ovviamente solo preliminare su alcuni aspetti legati al bilinguismo negli SMS. Di esempi di commutazioni tra italiano e tedesco in verità si trovano pochi nel corpus qui analizzato, questo dovuto al fatto che si tratta di un corpus soprattutto di scriventi italofoni con il tedesco come L2. Se si trovano commutazioni (e potremmo dubitare se si tratta veramente di commutazioni in senso stretto), le parti in tedesco hanno perlopiù carattere di forte idiomaticità e quindi non presuppongono per forza una elevata competenza bilingue da parte dello scrivente19, come è il caso degli esempi (22) e (23), in cui l'elemento tedesco viene impiegato più che altro a scopo espressivo, o espressivo-ludico nel secondo esempio.

(22) sto per partire dalla stazione di zurigo - a gleich! Spatz
(23) Buongiorno! Aufstehen! Stehen...gestanden :-) piccola domanda: devo iscrivermi tra poco ai corsi accompagnatori x il dottorato, uno sarà anche un mercoledì

Se in questi due casi la lingua di partenza è l'italiano (esitiamo a chiamarla lingua matrice perché ciò presupporrebbe un grado di bilinguismo più alto), negli esempi da (24) a (26) succede il contrario e potremmo interpretare le parti in italiano come delle formule fisse (oppure addirittura citazioni da canzoni o altre fonti varie montate insieme, come in (24): la vita è bella, o sole mio) che non necessitano competenze più che rudimentali nella L2.

(24) come vai, commissario schär? fare la bella figura? cosi la vita e bella! o sole mio ... ich hoffe, die gondolieri sind gentile.dolce far niente,buon divertimento und tanti auguri aus mariastein! jerome20
(25) Che meraviglia! Liebe mary, Diese erholung tut dir gut, nach allem... Die kunst, die feine küche, romeo :) e tanti altri... Buon divertimento, tanta gioia e incontri indimenticabili! Bacioni barry e fam.
(26) Salve, chuni ev more dine schwarz pelzmantel alegge? Saluti e buona notte.21

Differente il discorso per gli ultimi esempi di commutazioni di bilingui italiano-svizzero tedeschi appartenenti alla seconda generazione di italiani nella Svizzera tedesca con cui vorrei chiudere le mie osservazioni. Le commutazioni in questi quattro esempi, tratte dal corpus già citato di CMC di Stähli, fanno presupporre una competenza bilingue piuttosto elevata, tant'è vero che per gli italiani di seconda generazione – che di solito hanno una padronanza almeno buona della lingua delle origini dei genitori – la presenza delle due lingue all'interno dello stesso discorso rispecchia la loro appartenenza a due culture e lingue e ha forte valore identitario, e quindi le commutazioni sono la prassi normale di una identificazione plurilingue che manca negli esempi citati prima.

(27) [SMS, corpus Stähli] Ey giusi..i hader vori aglütte ma stai ancora dormendo..wede wach bisch chiamami sul cell. De luegemer obmer no öppis wei mache muah tvb22
(28) [SMS, corpus Stähli] Weimer einisch abmache. Voglio vederti! Vermisse di23
(29) [e-mail, corpus Stähli] poi mo che inizia la scuola, inizia pure lo stress che mi son accumulato un sacco di materie e c'ho pure 3 lavori da eseguire… naja, stress isch ja min zweit name…;)24
(30) [e-mail, corpus Stähli] ho guardato anche se potrei nolleggiare un busino über europcar mit speziaupris perché lavoro alla posta25

3 Verso una nuova dialettalità negli SMS

Di fronte alle caratteristiche sia intra- che extralinguistiche della varietà degli SMS è importante ricordare che anch'essa come ogni varietà sociolinguistica non può essere spiegata unicamente in modo non mediato come conseguenza diretta di forze funzionali inerenti al canale comunicativo, ma le sue caratteristiche linguistiche assumono valenza culturale e come tale essa viene appresa e utilizzata. Così, come la ricerca di sinteticità e brevità, che all'inizio forse era anche legata alla volontà di risparmiare spazio e sforzi, ora è diventata caratteristica di questo modo di esprimersi e costituisce oramai una marca di registro, anche un fenomeno come il code switching non è necessariamente motivato da competenze deboli o dalla necessità di comunicare in modo rapido, ma si appoggia piuttosto a valenze espressive ed è diventato un segnale tipico di questo registro. Questa osservazione va tenuta presente anche quando ci si concentra su fenomeni di CMC in relazione al plurilinguismo, perché l'uso delle differenti lingue dipende in buona parte da regole implicite e contribuisce ad assestare i valori assegnati alle lingue nella comunità che le utilizza.

In effetti, accanto alle caratteristiche intralinguistiche appena viste, come abbiamo già anticipato, l'altro grande campo di studi nella linguistica italiana è quello del contatto con il dialetto. In particolare, per i materiali che qui possiamo utilizzare, è rilevante la situazione della Svizzera italiana (dato che la maggior parte degli enunciati in italiano risultano indubbiamente prodotti da parlanti di questa regione), e in modo ancora più specifico, quella del Canton Ticino. E' noto dagli studi fatti sulla situazione di questo cantone che negli ultimi decenni si è avuto un calo massiccio della dialettofonia, dopo che, negli anni fin verso la metà degli anni Settanta, il dialetto aveva dimostrato di mantenere una vitalità superiore a quella della maggior parte delle regioni d'Italia. I dati seguenti, ricavati dai censimenti federali e quindi basati su autodichiarazioni elicitate mediante questionari distribuiti all'intera popolazione (cf. Bianconi/Borioli 2004) mostrano bene la forza di questo calo:


Dialettofonia complessiva
1990 2000 variazione in punti percentuali mutamento percentuale sulla cifra di partenza
42% 33.9% -8.1 -19.29%

Italofonia complessiva
1990 2000 variazione in punti percentuali mutamento percentuale sulla cifra di partenza
70.4% 75.1% +4.7 +6.68%

Se i rilevamenti effettuati nel 2000 (gli ultimi dati esaustivi a nostra disposizione, in attesa di quelli del 2010) non mostrano in nessun modo un rallentamento generale della forza del calo della dialettofonia rispetto agli anni precedenti, all'interno degli stessi dati, così come in altre osservazioni, è possibile però osservare alcuni fenomeni di rallentamento del calo e di leggera ripresa del dialetto con un parziale riposizionamento dello stesso. Per esempio nel rilevamento del 2000 era possibile notare una riduzione della differenza di comportamento a livello del parametro del genere tra i giovani (con un avvicinamento nelle dichiarazioni di maschi e femmine, mentre in precedenza la dialettofonia era sempre stata più diffusa tra i maschi), ciò che può far pensare ad una riduzione della stigmatizzazione del dialetto. Allo stesso modo, sempre tra i giovani, si notava una curiosa ripresa del dialetto in particolare tra gli studenti liceali, una parte della popolazione quindi che tradizionalmente era sempre stata più vicina all'italofonia (con una perdita di valore del dialetto come variabile diastratica). Altrettanto interessanti sono le osservazioni qualitative che mostrano una ripresa, o, forse meglio, un nuovo uso del dialetto in settori particolari (cf. Pandolfi 2004, Moretti 2006), come nelle canzoni giovanili, nella pubblicità e in modo specifico nelle nuove forme di comunicazione elettronica della comunicazione mediata dal computer, come chat, e-mail, SMS, ecc. (quest'ultima serie di fenomeni ha una vitalità ancora maggiore in Italia che non nella Svizzera italiana).

Si tratta in questi casi di 'momenti atipici' di uso del dialetto, perché esso appare in situazioni in cui più facilmente ci si aspetterebbe il dominio dell'italiano. Le ragioni scatenanti di questo fenomeno vanno ricercate a vari livelli, ma è indubbio che nel caso della comunicazione mediata dal computer, la vicinanza alle modalità del parlato della stessa (v. qui § 2), la 'mancanza di tradizione' (che permette maggiore spazio a comportamenti innovativi con minore controllo normativo) e il carattere informale-scherzoso di molte comunicazioni, fanno sì che il dialetto possa proporsi come uno strumento importante di allargamento del 'potenziale di variazione' dei parlanti. Accanto a questi fattori si può senz'altro considerare l'azione di una 'volontà di riscoprire il dialetto', tipica in una situazione in cui la consapevolezza del calo si è oramai fatta strada, anche a causa di una minore presenza del dialetto rispetto al passato, e in cui la concorrenzialità del dialetto rispetto all'italiano si è notevolmente ridotta (e quindi una scelta dialettale non implica più automaticamente una scelta a sfavore dell'italiano).

Possiamo dire in questi casi di avere a che fare con 'usi riflessi' del codice dialettale, in cui il valore identitario della scelta è senz'altro superiore a quello comunicativo e ricorda usi con valore primariamente rituale delle lingue. Nel contempo questi usi fanno emergere un dialetto in una posizione differente da quella classica (di lingua delle persone anziane, usata soprattutto in zone rurali, non scritta, ecc.) e si viene quasi a creare una situazione di 'rottura di continuità' tra queste due forme della stessa lingua. In Moretti (2006) si sono rappresentate le caratteristiche delle due forme di dialetto nel modo seguente:

Dialetto 1 Dialetto 2
Contadino Liceale
Anziano Giovane
Montagna Città
Famiglia Al di fuori della famiglia
Parlato Scritto
Spontaneo Meno spontaneo
L1 L2

La varietà di sinistra rappresenta il dialetto nella sua configurazione sociolinguistica tradizionale, mentre quella di destra rappresenta la forma innovativa del dialetto che appare appunto in contesti e parlanti imprevedibili a priori e in una forma non necessariamente da nativi (o, meglio, tipicamente da non nativi, dato che la socializzazione primaria dei suoi utenti è avvenuta in italiano). Nel caso degli SMS, chat, ecc., più che un dialetto veramente vitale, domina una varietà 'per frammenti', che compare in formule di saluto, modi di dire, strutture fisse, ecc. (come sa vedum "ci vediamo", fam savé "fammi sapere", e con spunti non rari di pseudo-dialetto; v. anche § 2).

Il dialetto 1 e il dialetto 2 sono quindi varietà della stessa lingua aventi però collocazioni sociolinguistiche differenti e punti di contatto deboli tra loro (è in quest'ultimo senso che si è parlato di 'rottura della continuità'). Per cogliere questa differenza è stato proposto (Moretti 2006) di utilizzare metaforicamente la formula fisica della 'quantità di moto' (Q = mv; ovvero Quantità di moto uguale massa per velocità), applicandola alle lingue che vengono scomposte così in due gruppi di componenti: quelle che vengono considerate di 'massa' e componenti considerate di 'velocità. All'interno di questa metafora si può vedere il dialetto A come una varietà con primariamente proprietà di 'massa' (parlanti nativi, usi nei contesti fondamentali come la famiglia, diffusione come registro parlato spontaneo, ecc.), mentre il dialetto 2 è 'dialetto di velocità', caratterizzato da usi in ambiti innovativi, di prestigio e vitali per i giovani, ecc.

Dal punto di vista del repertorio, l'uso del dialetto nei nuovi media ci mostra perciò come nuove forme comunicative possono modificare i rapporti tra le lingue (o ampliare mutamenti in atto). Se ancora nella prima metà del ventesimo secolo (e anche qualche decennio più in avanti) il rapporto tra italiano e dialetto si poteva definire come una situazione relativamente tipica di diglossia, si è passati in seguito ad una situazione di dilalìa (per riprendere la proposta di Berruto 1987, che vuole cogliere casi in cui la lingua alta, nel nostro caso l'italiano, entra anche negli usi informali e parlati, sostituendosi in parte al dialetto). I nuovi mezzi di comunicazione e i nuovi fenomeni presentati qui sinteticamente ci portano invece ad una situazione che, per quanto riguarda il solo dialetto, definiremmo di 'polisemia lettale', in cui il dialetto mostra due collocazioni sociolinguistiche differenti, parzialmente discontinue, con:

– un dialetto di massa (tradizionale e in decadimento
– e un dialetto di velocità (innovativo e facente parte del potenziale di variazione dell'italiano)

Il concetto di 'polisemia lettale' vuole proprio cogliere il fatto che la stessa lingua (in senso lato, lo stesso significante) viene ad assumere due valori differenti (quindi due significati distinti). Possiamo perciò dire che accanto all'interesse delle nuove forme di comunicazione dal punto di vista delle strutture monolingui e dal punto di vista degli esiti mistilingui nel discorso, va pure tenuto presente l'effetto che esse possono avere per la ristrutturazione dei repertori e per i rapporti tra i codici.

Vorremmo concludere con un ultimo aspetto sul quale ci sembra che lo studio della lingua degli SMS possa aprire ulteriori prospettive utili. Innanzitutto il fatto che le persone osservate scrivano in una lingua solitamente solo parlata permette di osservare il funzionamento di una grafizzazione spontanea non controllata: gli scriventi devono in breve costruire in buona parte in proprio un sistema grafico e lo fanno di solito cercando un compromesso tra le grafie delle lingue a loro più consuete (nel nostro caso l'italiano) e la struttura fonologica o la realizzazione fonetica del loro parlato. Ma oltre a ciò, lo scrivere può far emergere aspetti inattesi del modo in cui i parlanti, anche nativi, hanno (ri)analizzato le loro lingue, mettendo in mostra mutamenti interessanti nelle competenze implicite o differenze tra competenze esplicite e competenze implicite. Pensiamo in particolare a casi di strutture dialettali non trasparenti per i parlanti, che vengono perciò rimotivate e ristrutturate. Un esempio interessante in questo senso in dialetti della Svizzera italiana riguarda la forma interrogativa corrispondente all'italiano "che cos'è?", che viene scritta come seca l'è. Quando abbiamo potuto chiedere a delle persone che scrivono in questo modo quale sia il valore da attribuire alle varie parti, la risposta che si ottiene è che seca corrisponde all'italiano "cosa", mentre in verità si tratta di una forma polimorfematica che va analizzata nel modo seguente26:

     s-è c-a l-è
     "cosa"-"è"  "che"-PRO PRO-"è"

È importante notare che non si ha in questo caso a che fare solo con parlanti poco competenti o non nativi, ma anche con parlanti nativi del dialetto però delle giovani generazioni. Nelle generazioni precedenti, nelle quali la rianalisi non è ancora avvenuta nella stessa misura, si ritrova la versione grafica s'è ca l'è, che rivela una conoscenza della struttura polimorfematica.

In questo senso, l'attenzione al modo in cui gli scriventi risolvono il problema di porre in forma scritta il loro dialetto, può permetterci di osservare anche rianalisi in atto o già avvenute, delle quali altrimenti, sulla base del solo parlato, non avremmo (ancora?) sospettato l'esistenza.


Note

* Sebbene il lavoro sia frutto di un'impostazione comune, l'attribuzione dei paragrafi va così intesa: §§ 1 e 3 Bruno Moretti; § 2 Adrian Stähli. indietro

1 Per 'pseudo-lingua' intendiamo prodotti linguistici che intendono imitare una data lingua e si basano su ricostruzioni approssimative motivate spesso da finalità scherzose. indietro

2 Cf. in ambito italofono tra gli altri Gastaldi (2002); Pistolesi (2004); Berruto (2005). indietro

3 Diamo, forse un po' ingenuamente, per scontato la prevalenza di giovani fra gli scriventi degli SMS a nostra disposizione. indietro

4 Ma cf. il recente contributo di Kailuweit (2009) che discute criticamente l'applicabilità del modello di Koch e Oesterreicher alla CMC. Pare importante anche la riserva espressa in Dürscheid (2003: 11) relativa alla possibilità di collocare le forme della CMC nel modello: "Eingeordnet werden können nur Textsorten bzw. Diskursarten, nicht aber Kommunikationsformen. So unterliegt ein Geschäftsbrief (über E-Mail) anderen Kommunikationsbedingungen als ein Liebesbrief (über E-Mail) und weist demzufolge auch andere sprachliche Merkmale auf. Mit anderen Worten: Die beiden Textsorten, E-Mail-Liebesbrief und E-Mail-Geschäftsbrief, können im Kontinuum von Mündlichkeit und Schriftlichkeit relativ zueinander positioniert werden, nicht aber die E-Mail als solche". indietro

5 Ci appoggiamo per le nostre analisi in gran parte su quanto proposto in Berruto (2005). indietro

6Anca mi è dialettale e corrisponde a "anch'io". indietro

7 Si tratta di un'abbreviazione molto corrente presso gli abitanti di Neuchâtel che fa parte dell'uso orale locale.  Stesso discorso vale per pome (esempio (12)) che è un'abbreviazione corrente nel parlato. indietro

8 Per che (ke), anch'io (ankio), perché (xké), rischio (riskio). indietro

9 Come spiega Dürscheid (2002: 14) esprimendo un parere simile a quello citato di Braun (v. sopra), questi 'errori' di ortografia "sollen [zum einen] die Zugehörigkeit zur Gruppe der versierten SMS-Schreiber signalisieren, zum anderen sollen sie anzeigen, wie die SMS zu interpretieren ist: lässig, informell, an eine vertraute Person gerichtet". indietro

10 http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=4289&ctg_id=93, consultato il 31 ottobre 2011. indietro

11 Segnaliamo altre abbreviazioni di questo tipo presenti nell'elenco di esempi: cazz (cazzo) bs (basín, forma dialettale lombardo-ticinese per 'bacino'), dv (devo), sap (sapere). indietro

12 Diamo in nota una traduzione per gli esempi contenenti parti in dialetto italoromanzo e svizzero tedesco. indietro

13 Trad.: [...] è andata bene a lezione? indietro

14 Trad.: [...] ti chiamo quando arrivo a casa? indietro

15 Trad.: [...] auguroni per il tuo compleanno!! A prestissimo (sei a Losanna o in Ticino?) indietro

16 V. nota 1. indietro

17 Oralità qui intesa per l'appunto come konzeptionelle Mündlichkeit. indietro

18 Trad.: [...] suona cool [...]. indietro

19 Cf. a questo proposito il modello in Moretti/Cerruti/Stähli (2009), dove si è cercato di proporre una graduatoria di differenziazione dei fenomeni bilingui in base al grado di integrazione delle lingue in gioco. Per le commutazioni di codice contenenti espressioni idiomatiche (o polirematiche forti, com'è il caso negli esempi da 24 a 26) abbiamo osservato una processazione nella produzione del discorso che non presuppone competenze bilingui molto elevate. indietro

20 Gli scriventi italofoni si servono sia del tedesco standard (L2 imparata a scuola) sia dello svizzero tedesco (lingua sentita nella quotidianità oltre Gottardo). indietro

21 Trad.: [...] posso eventualmente indossare la tua pelliccia nera domani? indietro

22 Trad.: [...] ti ho chiamata prima [...] quando sei sveglia [...]. Guarderemo se vogliamo ancora fare qualcosa. indietro

23 Trad.: Vogliamo darci appuntamento una volta. [...] Mi manchi. indietro

24 Trad.: [...] stress è il mio secondo nome. indietro

25 Trad.: [...] tramite europcar con prezzo speciale. indietro

26 Adottiamo qui una versione di trascrizione interlineare semplificata. indietro


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