Prove di galleggiamento: il dialetto in "Libera nos a malo" di Luigi Meneghello
DOI:
https://doi.org/10.22015//V.RSLR/65.2.10Abstract
Il rilievo del dialetto nella scrittura di Luigi Meneghello è apparso assolutamente centrale fi n dalle prime recensioni alla sua opera d’esordio, Libera nos a malo del 1963; gli studi successivi – quelli di Giulio Lepschy rimangono un punto di riferimento per molti versi insuperabile – hanno via via approfondito l’analisi. È così possibile off rire una panoramica che, pur sintetica, delinei la complessità delle manifestazioni e delle funzioni del dialetto nel complesso impasto linguistico dell’autore e nella specifi cità delle singole opere: qui ci si soffermerà in particolare, oltre alla funzione di verità di una scrittura «dall’interno» del mondo narrato, sui diversi livelli di emersione e vitalità del dialetto. Per quanto riguarda Libera nos, vi è poi un’occasione specifi ca che invita alla ripresa del tema: si tratta dei materiali inediti che cominciano ad affi orare tra le carte meneghelliane dell’Archivio Scrittori Vicentini del Novecento della Biblioteca Bertoliana di Vicenza; tra queste appaiono interessanti le lettere a Giorgio Bassani e alla casa editrice Feltrinelli, precedenti la pubblicazione di Libera nos.Downloads
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Pubblicato
2018-10-30
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Sezione
Articoli
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Copyright (c) 2018 Luciano Zampese

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Come citare
Zampese, L. (2018). Prove di galleggiamento: il dialetto in "Libera nos a malo" di Luigi Meneghello. Versants. Rivista Svizzera Delle Letterature Romanze, 2(65). https://doi.org/10.22015//V.RSLR/65.2.10
